Nei pressi del cimitero di Faete, situata in una splendida posizione panoramica, sorge la chiesa della Madonna della Neve.
Essa si mostra al visitatore all’improvviso, dopo un breve percorso aperto all’interno di un fitto bosco di castagni.
Proprio il fatto che si presenti nitida come un’epifania, fa venire in mente quanto scritto dal giornalista Luca Villoresi (di seguito):
“Certe chiesette semiabbandonate circonfuse da un fascino che risale all’anno mille… i piccoli cimiteri, eredi di una storia e di una suggestione ancora direttamente collegata alla natura circostante. Gli antichi non avevano la nostra idea del paesaggio. Ma attenti agli spiriti connaturati alle piante, alle rocce, allo scorrere dell’acqua e al volo degli uccelli, individuavano in certi luoghi che oggi definiamo panoramici … una sintesi, una concentrazione di forze. Lì erano sorti templi, altari, aree sacre, poi riciclati dalle chiese e dai cimiteri cristiani” .
Le chiese o, meglio, le cappelle dedicate alla Madonna della Neve erano poste nei pressi delle neviere o nelle località di “raccolta” della neve per usi diversi (per esempio, la conservazione degli alimenti).
La chiesetta, la cui semplice architettura è arricchita da un vasto portico sul fronte dell’edificio, coperto da un tetto a due capriate a vista. L’interno, un’aula semplice ma piena di fascino, conserva affreschi del sec. XV, alla maniera dell’Alemanno e di Panfilo da Spoleto.
Sul lato sinistro della parete di fondo, una rappresentazione dell’Annunciazione con l’Arcangelo Gabriele. Al centro, sopra l’altare e sotto un Padreterno benedicente, una grossa nicchia affrescata con il trionfo della Madonna con il bambino e angeli in volo. Sulla parete laterale dell’incavo, San Sebastiano trafitto e, a destra, San Rocco, dipinto secondo l’iconografia classica; in alto, un Agnus Dei.