Il paese di Arquata, capoluogo dell’omonimo comune, sorge in posizione strategica sulla vallata del Tronto, col Monte Vettore alle spalle e i Monti della Laga di fronte.
All’interno della cittadina è altresì possibile visitare il Museo d’Arte Immanente del maestro Diego Pierpaoli.
Arroccato su uno sperone roccioso, l’abitato, che ospita il Municipio, presenta un interessantissimo itinerario, immancabile per il turista che vuole visitare l’unico comune d’Europa il cui territorio si trova all’interno di due Parchi Nazionali.
L’elemento preponderante dell’abitato è sicuramente la fortezza medievale: la Rocca.
Campeggia nel cuore del paese, sulla bellissima piazza Umberto I, la forma slanciata della Torre della Campana e dell’Orologio, costruzione impreziosita dalla presenza di 5 aquile di bronzo, ognuna delle quali volge lo sguardo in una direzione diversa e che, con la loro presenza, conferiscono ulteriore austerità alla struttura dove sono riportati i nomi dei caduti del territorio arquatano che parteciparono alla Grande Guerra.
Proprio sotto il campanile, girando a sinistra una volta percorse le scalette, appaiono quelle che fino all’inizio del ‘900 erano state le Carceri del Comune d’Arquata. Oggi le stanze delle carceri ospitano l’Archivio Comunale.
Troneggia, al centro della piazza, la graziosa Fontana della Lavandaia.
Proseguendo il percorso per le vie medievali di Arquata, ci si imbatte in via Garibaldi, che dalla Piazza centrale attraversa tutto il paese in direzione Nord. La via prende il nome da casa Ambrosi, dove nel 1849 pernottò Giuseppe Garibaldi mentre marciava alla volta di Roma.
Arquata presenta due chiese: quella del SS. Salvatore, situata sotto l’abitato, nei pressi della frazione Borgo, e quella parrocchiale della SS. Annunziata. Questa chiesa si trova all’interno del paese lungo la via che conduce alla Rocca.
All’interno della facciata risalta l’importante portale scolpito in pietra arenaria. Il suo interno è costituito da un unico ambiente dove si trovano altari lignei, la cantoria e, collocata sulla parete di fondo, una tela dell’Annunciazione, appunto, del XVI secolo. Il pezzo forte della chiesa, però, è senz’altro il bellissimo Crocifisso ligneo del SS. Salvatore, risalente al XIII secolo, conquistato nel 1680 dagli abitanti di Arquata in un’azione guerresca ai danni di Ascoli.
Porta Sant’Agata
Durante il Medioevo la cittadella di Arquata era circondata da due fasce murarie: la prima correva intorno al castello (e ancora oggi il versante Nord della stessa è assai ben conservato) mentre della seconda, che si sviluppava intorno all’abitato, è rimasta solamente la porta principale di accesso: Porta Sant’Agata.
La costruzione si eleva in direzione della Salaria e del paese di Spelonga. Risulta essere ben conservata e si compone di due soli corpi di
fabbrica di semplice architettura, con altezze diverse, realizzati in conci irregolari di pietra arenaria locale. Gli unici conci regolari presenti sono quelli che compongono l’arco a tutto sesto della costruzione più bassa. Nelle sue immediate vicinanze, nascoste tra la vegetazione si osservano i resti delle mura che circondavano Arquata.
Posizionati sulla facciata esterna della porta, rispetto al borgo, si evidenziano due stemmi del XVI secolo. Quello alloggiato sopra l’arco, verso il lato sinistro, si presenta a forma di scudo e nel suo campo si vede raffigurata un’aquila fissante un sole movente dal cantone sinistro dello scudo stesso. Questo simbolo appartenne alla famiglia norcina dei Quarantotto. L’altro stemma, sempre inciso su pietra, propone un cassero merlato alla ghibellina, con torre centrale ed un sinistrocherio che esce dalla base della torre ed impugna una spada alta in palo. Questo probabilmente appartenne alla famiglia norcina dei Passerini.